Il termine “Do” significa via e il termine “Jo” designa un luogo preciso: “Dojo” dunque si può tradurre come “il luogo in cui si insegna la via”. E’ un termine di provenienza buddista: la sala di meditazione di certi templi si chiama “Dojo”, ed è anche il nome della palestra in cui si studia un’arte marziale.
Idealmente è un ambiente vasto il cui suolo è ricoperto di tatami (stuoie di paglia o di materiale plastico), i muri sono spogli e in genere di colore chiaro. Al centro del muro di fronte all’entrata sono fissati uno o più elementi simbolici: il fiore del ciliegio, una sciabola da samurai, la fotografia di Jigoro Kano o un kakemono (pittura giapponese che si avvolge su un bambù). Dall’insieme si sprigiona un clima di austerità, di pace profonda, un ambiente favorevole allo studio e alle ricerche serie.